” Ccè ti piaci lu piattu mia?”

“Ccè ti piaci lu piattu mia?”

Grandissima gioia e trepidazione hanno pervaso i bambini e le bambine della Scuola dell’Infanzia del nostro 2° Istituto Comprensivo “Montessori-Bilotta”, in occasione della tradizione pasquale tipicamente francavillese di “Ccè ti piaci lu piattu mia?”.  I nostri piccoli alunni, accompagnati quest’anno da una rappresentanza di ragazzi, ragazze e docenti della scuola media Bilotta, nella mattina di mercoledì 27 marzo scorso, ultimo giorno scolastico prima delle vacanze, si sono recati presso la Basilica Pontificia del SS. Rosario di Francavilla Fontana, per portare i “piatti”  e deporli presso l’altare della Reposizione, comunemente detto Sepolcro, che ha accolto il Santissimo per l’ Adorazione Eucaristica.

La preparazione di questi tradizionali “piatti” inizia già molti giorni prima della settimana pasquale; gli alunni, con l’aiuto delle docenti, si sono impegnati in questa attività laboratoriale manipolativa, scegliendo con cura e attenzione il contenitore adatto e sopra una soffice coltre, di solito ovatta bianca, hanno seminato i chicchi di grano, che nei giorni successivi  sono stati curati con amore e attenzione, fino al loro germogliare. I semi da utilizzare per il “piatto” sono stati tenuti al buio, perché così i germogli man mano che sono cresciuti, sono diventati chiari. Di solito in classe si preparano due contenitori, uno dei quali viene tenuto invece alla luce e i cui germogli sviluppano clorofilla e per questo sono più scuri. Gli alunni in questo modo possono rendersi conto della differenza di colore, di questa magia tutta naturale. Per preparare il tradizionale “piatto” vengono scelti i semi di grano che germogliano al buio come a simboleggiare la morte di Gesù, ma poi i germogli maturano e diventano fertili, quindi la Resurrezione. I “piatti”  infine sono stati decorati riccamente con fiori, nastrini, immaginette sacre e con i simboli propriamente pasquali, che stanno ad indicare la nuova vita: uova, pulcini, coniglietti, colombe…
Questo è un rito ed un usanza antichissima che ogni anno si ripete, ed è un bene inestimabile mantenerla e tramandarla negli anni, alle nuove generazioni, come parte del patrimonio culturale di questo territorio.

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